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Nevia Buommino

Chi sono

�Perch� mi dici: poeta? / Io non sono un poeta�, dichiarava Sergio Corazzini nei versi crepuscolari della sua Desolazione del povero poeta sentimentale, �le mie tristezze sono povere tristezze comuni. / Le mie gioie furono semplici, / semplici cos�, che se dovessi confessarle a te arrossirei�; e continua qualche rigo dopo �Io amo la vita semplice delle cose… / io so che per esser detto: poeta, conviene / viver ben altra vita!�. Eppure, oggi, vorrei teneramente contraddire questo poeta, morto cos� giovane, per dirgli che forse poeti si nasce non lo si diventa solo perch� si fa un tipo di vita o un’altra. E poeta non � necessariamente chi vede i suoi pensieri stampati in un bel libro con tanto di copertina prestigiosa. A mio avviso, poeta � colui che sa vedere, oltre la realt� manifesta delle cose, quel velo di mistero magico e seducente per il quale si ferma e riflette, anche un solo minuto nella sua giornata, cercando delle risposte che sono fuori dalla morale imperante. In questo senso, volendo in una parola sintetizzare la poliedricit� della mia anima mi definirei: poeta. Tante certezze sono crollate nella mia esistenza, tante le mode seguite e le tappe raggiunte, ma in me solo un’unica costante passione: la letteratura. In questa ottica, tutte le scelte anche pi� incomprensibili della mia vita si spiegano. Devo alle pagine scritte da me e dai grandi di ogni tempo le pi� belle emozioni, i pi� grandi voli di fantasia e le mie migliori ambizioni. Ho iniziato a scrivere presto, direi subito, non appena mi � stato possibile articolare frasi per poter descrivere il mondo che mi circondava. Tant’� vero che gi� da piccola se qualcuno mi chiedeva cosa volessi fare da grande, un po’ timidamente, rispondevo: la scrittrice. Parimenti la lettura � stata la mia fedele e complice amica. Crescendo, mai smettendo di scrivere e leggere, direi che � stato determinante al liceo l’apporto intellettuale della mia insegnante di lettere, che ha stimolato la mia passione, nonch� confermato le mie inclinazioni. Ovviamente la scelta degli studi successivi non poteva che cadere su Lettere, nella storica e affascinante facolt� dell’Universit� “Federico II” di Napoli, la mia citt�. Qui ho fatto gli incontri pi� fertili e decisivi, anche negli affetti, che mi hanno permesso via via di testimoniare la giustezza del mio cammino. Poi la laurea � coincisa anche con la chiusura di un ciclo vitale, e il mio successivo trasferimento a Roma, dove ho avuto i primi contatti col mondo del lavoro, � anche l’inizio di una fase talora dolorosa di maturazione e riflessione. Sono gli anni delle mie esperienze come bibliotecaria e come correttore di bozze, quindi come insegnante. Ma sono anche anni in cui pubblico il mio primo libro di critica teatrale (Lo specchio nel teatro di Giovan Battista Andreini, Accademia Nazionale dei Lincei, Roma 1999), e provo la soddisfazione di far leggere un mio testo fuori dalla cerchia delle amicizie. Cos�, dopo un lungo tirocinio durato tutta la vita di parole scritte in poesie, racconti, romanzi, troppo spesso chiusi in un cassetto per pudore o forse timore, scopro che la mia scrittura piace anche a chi mi � perfettamente estraneo.

Se oggi una madre mi chiedesse �Professoressa cosa � meglio che faccia mio figlio dopo la scuola?� io credo che chi, come me, abbia la fortuna di sapere da sempre chi �, � meglio che non rinunci alla sua strada, comunque, perch� in un modo o un altro la si ritrova, anche quando ci pare di aver scelto il pi� folle dei mestieri. Come disse Grazia Deledda: �Se un vostro figlio vuole fare lo scrittore o, peggio, il poeta, sconsigliatelo fermamente. Se insiste, intimategli pi� fermamente di smettere. Se continua, minacciatelo di diseredarlo o di toglierli il vostro affetto. Oltre queste tre prove, se resiste, cominciate a ringraziare Dio di avervi dato un figlio ispirato, diverso dagli altri, e lasciatelo fare, aiutandolo moderatamente, cercando di capire, senza troppe domande, il mondo che gli si agita dentro�.

Ecco, io sono una che malgrado le offese e le umiliazioni della vita continua a scrivere e lo fa da sempre, non importa come e dove, al di l� del fine e della gratificazione. Perch� per me scrivere � testimoniare che sono.



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