La sceneggiata cinematografica

Nell’era del cinema muto, specie negli anni tra il 1919 e il 1927, la sceneggiata ha goduto di un grande consenso popolare, infatti lo spettatore davanti a scene struggenti non tratteneva il pianto, ma si abbandonava totalmente alla commozione scaturita dalla visione filmica.
Verso il 1940 il genere nostrano cadde in un profondo oblio e solo dopo circa vent’anni, precisamente durante gli anni ’70 e ‘80 la sceneggiata ritrova in campo cinematografico il suo antico vigore, sia grazie all’interpretazione di Pino Mauro e sia grazie a Mario Merola, considerato appunto da tutti ‘o rre da sceneggiata .
L’attore napoletano, scomparso recentemente (il 12 novembre 2006), esord� dapprima in teatro con il suo pezzo forte “Malu figlio”. Difatti questa canzone dopo aver riscosso un grande successo discografico fu trasformata in sceneggiata e Merola indoss� le vesti di attore protagonista. Da allora Merola divenne il portavoce internazionale del genere, facendo s� che la sceneggiata uscisse fuori dal suo provincialismo e diventasse nota anche nei paesi europei, esteri, in Giappone, a New York, in America, ove oltre ai classici leit-motiv di amore e tradimento venivano trattate altre tematiche sociali, tra cui l’emigrazione e la figura del guappo “buono” il cosiddetto Mammasantissima che protegge i deboli dalle ingiustizie. Il passo dal palcoscenico alla pellicola fu per Merola davvero breve e cos� l’attore-cantante inizi� a girare tante pellicole del medesimo genere per la regia di Alfonso Brescia e il suo primo film di cronaca nera fu Sgarro alla camorra (1973), per la regia di Ettore Maria Fizzarotti. In seguito nacquero capolavori che abbiamo poc’anzi citato, ‘O Zappatore (1980); Guapperia (1984), Lacrime napulitane (1981) di Bovio-Buongiovanni, ove vengono cantati versi di pura disperazione da parte di un emigrato che vive in America:

<<I', ch'aggio perzo patria, casa e onore,
i' s�' carne 'e maciello: S�' emigrante!
E nce ne costa lacreme st'America a nuje Napulitane!...
Pe' nuje ca ce chiagnimmo 'o cielo 'e Napule,
comm'� amaro stu ppane!. >>

(tm)

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