‘O guappo

Pi� che una figura popolare � prima di tutto una figura storica, apparsa nella criminalit� napoletana verso il secondo dopoguerra. Su questa figura storica, rilevanti sono i testi di Francesco Barbagallo che, in La modernit� squilibrata del mezzogiorno d’Italia, Piccola Biblioteca Einaudi, 1994, ci spiega in sintesi che il guappo era un “plebeo camorrista“ di origini borghesi, fortemente esibizionista, imprenditore criminale, svolgeva nella Napoli degli anni Cinquanta la funzione dell’intermediario mercantile tra i contadini e la commercializzazione dei prodotti agricoli.
Il guappo, era dunque colui che aveva assunto tutti i compiti svolti in passato dalle Borse merci, controllava l’esportazione ortofrutticola, stabiliva i prezzi e si interessava della contrattazione con terzi. Quindi il guappo nella realt� napoletana � allo stesso tempo un personaggio popolano, sociale, storico, criminale, giustiziere, malavitoso; � uno <<spirito libero>>” come lo definisce la giornalista Monica Florio nel suo libro “Il guappo. Nella storia, nell’arte, nel costume”, Napoli, Kair�s, 2004.

Il “guappo di sciammeria” odia le norme giuridiche e qualsiasi tipo di comportamento legale, si attiene soltanto al suo “codice d’onore” e si serve di un linguaggio gergale adoperato per l’appunto nell’ambiente criminale. � un uomo che ama farsi rispettare, non per niente il termine napoletano guappo deriva dallo spagnolo guapo che significa “coraggioso”; egli � molto violento con i suoi avversari, ma � anche “generoso” e “protettore” con i suoi adepti. Il pi� delle volte cerca di proteggere i deboli che subiscono delle ingiustizie, ed � per questo che durante il secolo del Novecento, il guappo, nei rioni di Napoli, veniva chiamato dal suo popolo “Mammasantissima”.

Il tema della “guapparia” � stato oggetto di studio da parti di molti intellettuali, poeti, scrittori, storici e sociologi. La figura del guappo � presente nelle novelle, nei sonetti di Salvatore Di Giacomo, nelle sceneggiate napoletane, nelle canzoni partenopee, nelle varie macchiette di Raffaele Viviani (si ricordi l’opera “Guappo ‘e cartone”, scritta nel 1932 dal medesimo Viviani), nella commedia di Eduardo De Filippo “Sindaco del Rione Sanit�”, nei film interpretati da Tot�, come “L’oro di Napoli” per la regia di Vittorio De sica, o nei film che vedono protagonista l’attore napoletano Mario Merola nei panni del “Mammasantissima”, ecc.

(tm)

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