Da sempre nella lunga storia dello spettacolo c’ stato un forte connubio tra cibo
e teatro. Infatti gi durante l’epoca romana le manifestazioni teatrali avvenivano di continuo durante particolari feste: ora religiose, ora profane, ora dinastiche, ora
orgiastiche, fino a giungere all’era umanistica-rinascimentale ove il teatro era associato alla festa carnascialesca o ad una rappresentazione di regime e potere
(stiamo parlando del teatro cortigiano diffusosi in tutte le Corti degli Stati Italiani, e trattasi di uno spettacolo allestito per volere del principe, il quale durante
l’esibizione di danze e musiche predisponeva in una sala della sua corte un lauto ricevimento, come documentazione esemplare del proprio potere). Quindi lo
spettacolo fin dalla notte dei tempi stato affiancato a ricchi e abbondanti banchetti.
Esaminando la drammaturgia partenopea e risalendo a Pulcinella, antica maschera napoletana nata durante l’epoca della Commedia dell’Arte, evidente questo forte connubio tra cibo e teatro. Polecenella
ama mangiare, egli alla continua ricerca di cibo, avverte incessantemente un gran bisogno di sfamarsi. Il cibo per lui una vera e propria fissa, difatti la sua principale paura proprio
quella di rimanere digiuno. Nella tradizione napoletana e nell’immaginario collettivo la nostra maschera spesso raffigurata in dipinti, riquadri, affreschi,
sculture, statuette con cibi appetitosi, spaghetti, tazzine di caff, frutta e varie vivande legate al costume meridionale e napoletano. Ci spiega come il furbo
servo, vivendo alla giornata sfrutta tutta la sua astuzia per procurarsi un “tozzo di pane”.
Ancora possiamo ricordare gli spettacoli rappresentati a Napoli nei caf-chantant di inizio ‘900, ricchi di musica,
comicit, balletti, gags, di intrattenimento con degustazioni, con drink e bevande. Gli spettatori avevano dunque la
possibilit di gustare cibo e godersi un “teatro” inteso come occasione di svago e di divertimento ammirando illustri artisti, tra cui ricordiamo il Nostro Raffaele Viviani, i fratelli De Filippo e il grande Tot.
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