Chi non conosce la famosa filastrocca su Pulcinella? Ricordo che da bambina mio padre mi insegnava questa spiritosa canzoncina: <<Pulcinella aveva un gallo, tutto il giorno vi andava
a cavallo, con la briglia e con la sella. Viva il galletto di Pulcinella! Pulcinella aveva un gatto, tutto il giorno saltava da matto, suonando una campanella. Viva il gattino di Pulcinella!>>.
Chi č Pulcinella? 
Ebbene Pulcinella č una maschera
nata a Napoli, durante la seconda metą del Cinquecento, quando ci fu lāavvento della Commedia dellāArte, e fu inventata dallāattore Silvio Fiorillo,
ma va comunque precisato che essa presenta origini molto lontane; ossia secondo studi approfonditi la maschera risale ai secoli remoti dellāepoca
latina. Difatti il nostro Pulcinella ci richiama alla memoria i personaggi delle fabulae atellanae, specie la maschera di Macco (dal latino Maccus che significa Sciocco e indica
una persona āstupidaā, o meglio un āservo ottuso e deformeā) e Dosseno (dal latino Dossennus che significa Gobbo e indica una persona āastutaā, āfurbaā, un āvecchio
avaroā). I napoletani amano denominare affettuosamente la loro maschera āPulicinellaā, e questo appellativo ci rimanda ancora una volta ad una voce volgare latina āpullicinellusā, che fa pensare ad un āpersonaggio fissoā latino, proposto da Orazio nella
sua opera le Satire; stiamo parlando di Cicirrus, il quale significa āGallettoā. Dai suoi antenati latini, la nostra maschera partenopea, ha ereditato proprio la caratteristica
della gobba, il naso appuntito e lāatteggiamento goffo, popolano e grossolano. Quindi si puņ ben dire che Pulcinella č di origine campana ed atellana, e le suddette maschere
atellane prendono il nome dalla cittą campana di Atella, la quale in antichitą era situata in una zona territoriale che oggi corrisponde, grosso modo, alle attuali province di
Napoli e Caserta, per cui un tempo Atella si trovava in prossimitą di Capua. Comunque non bisogna soffermarsi solo sulle origini di Pulcinella, ma anche sul significato del
suo nome. Secondo alcuni studiosi di linguistica il nome Pulcinella lo si deve associare a āpulcinelloā cioč piccolo pulcino con naso adunco, mentre secondo altri la maschera fu
cosģ chiamata dai napoletani perché prese il nome da un teatrante buffone seicentesco di Acerra, āPuccio dāAnielloā, che faceva parte di una Compagnia teatrale di guitti, ovvero di una compagnia di giro.
Pulcinella indossa un camicione bianco con larghi pantaloni bianchi, ha un cinturone nero in vita, il ventre sporgente, scarpette nere, un cappuccio bianco in testa e una
grossa maschera al viso che lascia scoperta sola la bocca; ha un naso ricurvo, le rughe sulla fronte e un espressione al quanto inquietante. Egli č un servo furbo e pigro, ha una tonalitą di voce stridula e
acuta, cammina in maniera goffa, gesticola in modo eccessivo, tanto che quando deve mostrare la sua gioia, lo fa in
maniera plateale e senza risparmiare le sue energie vitali comincia a saltellare, danzare, cantare, gridare, ecc. Ama
vivere alla giornata sfruttando la sua astuzia, difatti č pronto a girovagare tutto il giorno per i vicoli e i quartieri di
Napoli e ad adeguarsi a qualsiasi situazione che lāoccasione richiede: ora č un abile impostore ora un ladro, ora un
ciarlatano oppure un povero affamato o un ricco prepotente, ecc. Č spontaneo, semplice, simpatico, divertente, chiacchierone, dispettoso, avventuriero, generoso, malinconico, credulone, combattivo e inaffidabile.
La
maschera di Pulcinella ha un significato non solo storico, artistico e culturale, ma soprattutto sociale, o meglio
di denuncia sociale. Metaforicamente quindi la maschera simboleggia la plebe napoletana che stanca degli abusi e
delle umiliazioni ricevute dalla cinica classe altoāmedia borghese, si ribella a questi disumani potenti, che hanno
fatto di tutto per rendere nel corso dei secoli una vita dura e avversa al popolo partenopeo. Quindi Pulcinella
essendo lāanima del popolo minuto rispecchia la voglia di rivincita di questāultimo. Con la sua ironia e con la sua
forza si burla del potere sottolineando la sua volontą di vivere e superare gli ostacoli. Pulcinella non conosce confini
, č una maschera conosciuta anche oltre oceano, visto che durante il corso dei secoli molti teatranti italiani essendo stati costretti ad espatriare per cercare fortuna altrove, hanno diffuso questo āpersonaggio fissoā in varie nazioni;
ecco che in Francia nasce Polichinelle, in Germania Kaspar, in Inghilterra Punch, e cosģ via. Pulcinella č anche un
personaggio che prova forti sentimenti, č stregato dalla sua eterna fidanzata Teresina, ma č sempre nei guai e
grazie alla sua scaltrezza riesce ad uscire dalle spiacevoli situazioni in cui si č cacciato. Secondo studi approfonditi ci
sono circa una sessantina di attori che hanno interpretato dal 1500 al 1954 la maschera napoletana, e tra i pił noti attori pulcinelleschi della storia del teatro partenopeo ricordiamo il grande Antonio Petito
(1822-1876).
Ai giorni nostri, nella commedia napoletana contemporanea, Pulcinella č stato rinterpretato dal guarattellaro Nunzio Zampella, e in un secondo tempo dal suo allievo, lāattore e burattinaio
Bruno Leone, che nel 1979 ereditando dal suo maestro la maschera di Pulcinella ha deciso per lāappunto di riportare alla ribalta la tradizione pulcinellesca e di recuperare il Teatro delle guarattelle.
(tm)
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